ALIGI SASSU

SCHEDE DELLE OPERE
Natalia Sassu Suarez Ferri
Fondazione Aligi Sassu ed Helenita Olivares
Lugano

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PRESENTAZIONE

TESTO CRITICO

SCHEDE DELLE OPERE

COMUNICATO STAMPA

INFORMAZIONI


La fine degli anni Quaranta e i primi anni Cinquanta sono fondamentali nella carriera artistica di Sassu per la scoperta della ceramica. In quegli anni infatti Sassu era ad Albissola, spinto da Tullio Mazzotti, e lì si ritrovava a lavorare fianco a fianco con i più grandi artisti dell'epoca. Non si trattava solo di uno scambio culturale, ma di una vera e propria vita insieme che li portava a conoscere le persone più svariate e a ritrovarsi nei luoghi più frequentati.
Così nascono diversi ritratti di persone non identificate e che non sappiamo neanche se il maestro conoscesse o avesse solo visto in questi luoghi. Ritratti che sono spesso disegni, o che, come nel caso di "Ritratto di donna" degli anni Cinquanta, vengono sviluppati su tela. Rimane comunque la prerogativa dell'appunto, come si può vedere sul lato sinistro di questo olio, in cui il maestro abbozza un volto di un uomo.
La graziosa Gabriella nasce invece in tutt'altro periodo e luogo, nella Milano degli anni Novanta, ma presenta la stessa caratteristica di un ritratto non contestualizzato precisamente, con un tipo di pittura rapida come se si trattasse di un bozzetto o come già accennato, di un appunto, questa volta realizzato su cartone, ma sempre ad olio. Nonostante non sia dato a intendere dal dipinto, la donna è un'attrice che Sassu vide in uno spettacolo al Teatro Nazionale di Piazza Piemonte, e che ricorre in diverse tele di quest'epoca.
Tutt'altro genere di ritratto è quello che Sassu realizza per Laura Pomini, la vincitrice del concorso "La modella per l'arte" nel 1985, una rassegna della Regione Piemonte nel comune di Acqui Terme. Al contrario dei dipinti appena trattati, questo è un esemplare di nudo, che l'artista amava dipingere soprattutto in ambito mitologico e nelle Maison Tellier.

ALIGI SASSU





Nudo, 1985



Ritratto di donna, anni 50

La graziosa Gabriella, 1990

La grande blonde è una rivisitazione di un tema nato una quindicina di anni prima.

"Negli anni Quaranta, in particolare tra il 1946 e il 1948, prende corpo un ciclo di opere ispirato a una novella di Guy de Maupassant: Maison Tellier. La novella è la descrizione compiaciuta di una di quelle case che, con pudico raggiro, venivano definite chiuse. (...) Una novella condotta dall'ironia di Maupassant sul filo che separa a volte il dramma dalla farsa.

La stessa atmosfera si ritrova nei dipinti di Sassu. Un'atmosfera che oscilla tra l'allusione seducente e una scorata malinconia, tra un garbato erotismo e la grottesca esibizione dei corpi di donne che fingono una giovinezza ormai perduta. Ne esce una vivida serie di ritratti femminili. Se il nudo dei combattenti che si affrontano nelle saghe mitiche di quegli stessi anni è espediente metastorico di una narrazione che vuole alludere al presente, il nudo delle donne della Maison Tellier è il nudo come luogo del corpo, languido spasimo della vita, del sussulto della giovinezza, dell'inganno del tempo. "Nelle Maison Tellier io non ho mai voluto dipingere delle donne con il piacere moralistico della condanna o del giudizio, com'è in Toulòuse-Lautrec, o in tanti altri pittori espressionisti belgi o tedeschi. Il mio punto di vista", dichiarerà Sassu, "è invece la constatazione d'una condanna, d'una condizione umana degradante, dalla quale è possibile salvarci con l'umanità stessa delle creature". (Pizziolo, 1999)  

La grande blonde, 1962

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